Prove per la dis-anestesia del colonizzatore #1, #2, #3, #4… - Intervista a Oscar Malta
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"Ogni popolo colonizzato - ovvero ogni popolo all’interno del quale ha preso forma un complesso di inferiorità a seguito della soppressione dell’originalità culturale locale - si pone di fronte al linguaggio della nazione civilizzatrice, ovvero della cultura della metropoli. Il colonizzato si sarà tanto più allontanato dalla sua giungla quanto più avrà fatto suoi i valori culturali della metropoli. Sarà tanto più bianco, quanto più avrà rigettato la sua nerezza, la sua giungla. "
Franz Fanon - pelle nera maschera bianca
Tutti noi, una volta nella vita, dobbiamo leggere Franz Fanon, né sono fermamente convinta! E’ uno di quei testi che ti incollano alle parole, che ti fanno ragionare, ti fanno discutere con gli altri…ti aprono la mente! Non è mera filosofia o psicologia, è educazione!
Studiare l’arte di un preciso popolo, di una precisa tradizione, significa anche e soprattutto prendere in considerazione la sua storia.
L’Americalatina è un continente enorme e raro. I popoli che la abitano sono diversi, ma accomunati tutti da un momento preciso della storia, la colonizzazione.
Ed è la storia stessa a raccontarci che Portogallo e Spagna dal 1500 a circa metà del 1800 colonizzarono i paesi dell’America meridionale.
In quel periodo, la grande mano d’opera locale impiegata era ridotta in schiavitù.
La società civile comprendeva, in ordine gerarchico: la popolazione di origine portoghese (o spagnola), i creoli a cui seguivano i meticci, l’ultimo gradino era occupato dai neri e dagli indios.
In Brasile, metà della popolazione (circa un milione di individui) era di origine africana ridotti in schiavitù.
Fino al 1800, quando iniziarono le ribellioni indipendentiste in quasi tutti i paesi latini.
Il Brasile è l’unico paese dove l’indipendenza avvenne in modo del tutto pacifico, con la proclamazione di Pedro I, figlio del re di Portogallo, che si è autoproclamato re del Brasile, obbligando le truppe portoghesi a ritirarsi. Si inizia da qui il periodo di decolonizzazione.
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Ma esiste una grandissima differenza tra decolonizzazione di un territorio e decolonizzazione di un popolo.
"C’è un fenomeno psicologico che consiste nel credere in un’apertura del mondo nella misura in cui le frontiere si infrangono." (F. Fanon)
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La decolonizzazione territoriale avviene velocemente, le truppe si ritirano e il territorio torna in mano al suo popolo.
Decolonizzare il modo di agire e pensare del popolo colonizzato è un lavoro assai più faticoso.
Basta pensare al linguaggio…la lingua dei colonizzatori è stata imposta, essa viene utilizzata e insegnata, facendo credere ai colonizzati che per essere Bianchi, bisogna avere padronanza di quel linguaggio.
"In un gruppo di giovani antillani, colui che si esprime bene, che ha la padronanza della lingua, è assai temuto; bisogna fare attenzione a lui, è un quasi-Bianco." (F.Fanon)
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Questo fenomeno, per esempio, lo si osserva in tutti i popoli colonizzati del mondo.
Ma come uscirne allora?
L’arte contemporanea diventa strumento essenziale per molti artisti che conducono le proprie ricerche in paesi che hanno subito la colonizzazione.
Questi artisti diventano portavoce concreti di quello che ha subito psicologicamente un popolo colonizzato, riuscendo a portare alla luce le dinamiche “di salvataggio” culturale per il popolo stesso.
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Noi con il lavoro di #Brazilianart crediamo fortemente nel lavoro di questi artisti e abbiamo capito che attualmente questa tematica è molto sentita e sviluppata in America latina, diventando fulcro della maggior parte degli artisti che abbiamo intervistato.
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Uno di questi è Oscar Malta.
Originario del Nordest del Brasile, Oscar ha viaggiato moltissimo, senza mai perdere, però, il contatto con le sue radici. Attualmente ha una residenza artistica a Guimaraes in Portogallo, dove frequenta un dottorato e dove è arrivato non per caso.
E’ stata una scelta precisa, il Portogallo è il paese che ha colonizzato il Brasile, ma più singolare è il nome della via dove abita Oscar a Guimaraes, cioè avenida Don Alfonso Henrique, il re che fonda Portogallo.
“Il fatto di trasferirsi in Portogallo, scegliere una via con questo nome e lavorare con la tematica della colonizzazione non è casuale…io non riesco a lavorare senza avere un collegamento nella realtà.”
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Inoltre, la città possiede un museo con una collezione privata di oltre 1800 pezzi di tradizione coloniale, collezione che viene fotografata e utilizzata da Oscar per fare le sue “pubblicazione fungo”, piccoli libri d’artista che contengono le immagini scattate da Oscar che vengono collocati all’interno di libri più grandi della biblioteca del Museo, di modo che chiunque, quando prende il libro, si ritrova al suo interno una piccola opera di Oscar che racconta la colonizzazione.
“Un giorno, quando il visitatore aprirà casualmente il libro, troverà la mia opera dentro”
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La sua figura artistica è poliedrica, ma ha un punto in comune che è quello dell’immagine, sia come fotografia che audiovisivo. Oltre alla foto che diventa strumento di ricerca, Oscar è spesso impegnato in nuove indagini. Scoperte che lo portano a teorizzare diverse questioni relative all’anti-colonialismo.
L’ultimo suo lavoro ha come focus la scoperta di alcune fotografie che ritraggono i primi popoli indigeni latinoamericani. Studiando queste immagini, l’elemento che ha destato l’interesse di Oscar è stato che tutte queste immagini portano ad un unico archivio in Francia, quello del Museo Quebronli di Parigi, dove tutta la collezione del Museo dell’Uomo venne spostata durante la presidenza di Jacques Chirac.
Da quel momento in poi, Oscar, inizia la sua personale battaglia per riportare queste foto ai legittimi proprietari, cioè farle fare ritorno in Brasile. Ma non in un momento qualunque…
Il neo eletto presidente del Brasile ha ideato un Ministero dei Popoli Originari, l’ambizione di Oscar è quella di riuscire a riportare queste fotografie nel giorno dell’inaugurazione di questo ministero.
Inoltre, essendo di Pernanbuco, e molto vicino al popolo indigeno dei Fulni-ô ( l'unico gruppo indigeno del Brasile nord-orientale che è riuscito a mantenere viva e attiva la propria lingua – lo Ia-tê – e il rito che chiamano Ouricuri, che attualmente viene eseguito in totale segretezza), il suo desiderio è quello di creare insieme a loro un Museo dell’Immagine dei Popoli Originari.
In questo modo, da inizio dottorato ad oggi, tutti i percorsi di mostra fatti da Oscar hanno sempre un legame con il suo obiettivo, il che lo porta ad intitolare tutte le esibizioni nello stesso modo: “Ensaios para desanestesia do colonizador #1 (#2, #3, #4…)” (prove per la dis-anestesia del colonizzatore #1, #2, #3, #4…) (prove per la disanestesia del colonizzatore #1, #2, #3, #4, ...)
“ Le scoperte che ho fatto vanno molto oltre e sono molto profonde, ad esempio sono venuto a conoscenza trovando alcuni articoli di giornale del fatto che quasi tutti gli indigeni venivano battezzati di Maria e Manuel (nomi tipici europei), oppure che una di queste donne indigene è morta grazie ad una infezione contratta perché il sequestratore colonizzatore le aveva tolto il suo disco labiale e aveva cucito malamente le sue labbra.”
Una parte di questo lavoro è già stato presentato in Brasile nella sua mostra personale “Ponto de nao retorno”, (Punto di non ritorno) che è anche il titolo di uno dei più recenti suoi film.
Sì, perché la colonizzazione psicologica di un popolo, porta a quello che viviamo tutti oggi: dalle problematiche economiche alle tematiche sociali ed ecologiche. Diventa un problema di tutti noi, e porta il mondo ad un vero punto di non ritorno.
Ma nessuno ce lo dice o ce lo insegna. Dobbiamo essere noi, sensibili abbastanza, per intuire il problema. Ed ecco che l’arte, ancora una volta, diventa supporto di educazione sociale per tutti.
Vorrei scrivere tantissimo su Oscar Malta, raccontare la sua “pelle che abito”, la serie “fronteiras” e i suoi libri con pagine in vetro.
Ma questo è il #1 del mio personale racconto di Oscar, il quale ringrazio immensamente per averci insegnato ad utilizzare l’arte come strumento per il raggiungimento di un obiettivo.