L’IMPORTANZA DELLA RICERCA – INTERVISTA AD ANDRES HERNANDEZ
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Andres Hernandez è un creativo in primis!
Curatore e ricercatore d’arte nato a Cuba, vive e lavora in Brasile da tantissimi anni.
Inizia la sua carriera nell’arte da una necessità: quella di trovare un nuovo lavoro e lo trova nella Biennale di Havana come coordinatore di alcune mostre (1994-1998), in quegli anni la biennale era incentrata sui paesi del Terzo Mondo, punto fondamentale per l’arte in sé. L’arte dei paesi emergenti, fino a quegli anni era molto emarginata, incentrare una biennale su quel tipo di arte era del tutto innovativo. Da questa esperienza, estremamente educativa, cresce in Andres la voglia di approfondire il mondo dell’arte, poiché prima di allora il campo in cui attuava era quello della chimica, mestiere totalmente opposto a quello creativo.
Nel tentativo di imparare il più possibile, capisce che l’edizione del 1989 della Biennale di Havana (la terza edizione) è stata quella più controversa, perché legata ad un altro evento che ha avuto luogo nello stesso anno, cioè l’esposizione “Le Magicien de la Terre”, curata da Jean-Hubert Martin, al Centre Pompidou di Parigi. Questa è la più citata e controversa esposizione di arte contemporanea degli ultimi anni, e è il punto di partenza dell’arte contemporanea africana, e ciò che ha sancito il punto d’incontro tra arte del nord e sud del mondo.
Le opere selezionate per questi due fondamentali eventi, come sono visti determinati artisti, in che modo lo spazio architettonico rientra all’interno del progetto artistico e come viene curato, diventando, per Andres, i pilastri dei suoi lavori.
Da questi studi si laurea in Arti visive e Critica d’arte, approda al MAM (Museo di Arte Moderna) di San Paolo, come assistente curatore del dipartimento di curatela del museo, diventando poi executive curator fino al 2010.
Ha pubblicato molti libri, alcuni di grande rilevanza, poiché portano alla luce un pezzo di arte contemporanea brasiliana poco contemplata, come ad esempio la ceramica.
Nel 2018 apre SUBSOLO uno spazio a Campinas (SP), dove fare ed esporre arte contemporanea.
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L’educazione all’arte:
Non è banale e forse non è nemmeno scontato il fatto che la ricerca e l’educazione siano due punti fondamentali del suo lavoro. Infatti, un curatore che vuole rapportarsi con la vera arte contemporanea deve avere alle spalle per prima cosa una approfondita ricerca e poi deve sapere che l’educazione all’arte è il primo dei punti ad essere messo in atto nel proprio lavoro.
Andres crede moltissimo in questo, tanto da dare vita a tanti lavori all’interno di ambienti universitari e scolastici, facendo in modo che gli artisti/allievi diventino protagonisti dei progetti, creando, in questo modo, un percorso fondamentale per un giovane artista, quello della possibilità di entrare in contatto con tutto quello che vuol dire fare e progettare arte.
Una frase che mi ha detto che mi è rimasta impressa e che porterò come insegnamento, appunto, è stato: “gli artisti nelle accademie e nelle università imparano gli strumenti per essere artisti, sta a noi curatori insegnarli a diventare artisti attraverso questi strumenti”.
Insieme ai suoi allievi ha creato molti progetti, come ad esempio “esposicao dos jardins da academia”, dove gli allievi sono stati chiamati a discutere insieme su quello che andavano a esporre e a confrontarsi gli uni con gli altri superando la barriera dei diversi campi artistici.
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Il libro d’artista
La ricerca di Andrès collega l’opera allo spazio in cui essa viene poi esposta.
Nulla è lasciato al caso, sia nella scelta delle opere che nell’allestimento.
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Mostra “geometria fragmentada” alla galleria contempo
I medium nell’arte però sono innumerevoli, come innumerevoli sono le modalità di esporli. Andres adora sfidare sé stesso, togliendo ogni limite ai suoi progetti. Il libro d’artista è una grande sfida in sé, sono lavori di nicchia, con un supporto molte volte difficile da gestire.
Andres porta in mostra il libro d’artista per la prima volta con la mostra “narrativas em trasgressao”, dove viene messo in luce questo particolare supporto artistico, rendendo partecipe anche il pubblico di tutto ciò che lo circondava. Era possibile trovare, infatti, il libro fatto con il cioccolato di Lucimar Bello Frange, e quello che era ancora più coinvolgente erano quelle opere dove anche gli ipovedenti potevano toccare e sentire.
L’arte è fatta per tutti, e trovo estremamente interessante e fondamentale l’integrazione di un pubblico che non sempre ha accesso a questo tipo di esperienza.
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Subsolo:
Nel 2018 Andres inaugura lo spazio SUBSOLO a Campinas. Uno spazio/laboratorio artistico, dedicato a corsi d’arte, workshop, residenze artistiche, curatela ed educazione all’arte.
Un luogo aperto a tutti, dov’è possibile entrare in contatto con l’arte contemporanea e dove gli artisti emergenti, quelli che vengono magari da piccole città e non hanno accesso ai grandi enti dell’arte possono essere guidati nel proprio percorso creativo, mettendo in atto gli strumenti acquisiti durante la propria formazione, e riuscendo in questo modo a trovare una giusta collocazione nel panorama artistico.
Come ci vedono e come ci vediamo:
Vorrei concludere questo testo su Andres Hernandez con una riflessione su quello che ci siamo detti durante la nostra chiacchiera, così come avevo chiesto a Heldilene Reale come vede l’arte contemporanea brasiliana adesso e a che punto è, anche Andrès ha risposto a questa nostra domanda. La sua conclusione è quella di come vedono l’arte brasiliana fuori e come gli artisti stessi si vedono: se parliamo di Brasile e di America Latina molte persone rimangono ancora con l’idea che sia un luogo poverissimo del Terzo Mondo, dove non ci sia spazio per l’arte.
Ma la realtà è totalmente diversa, stiamo parlando di paesi ricchi di cultura e di arte, ma finché gli artisti stessi quando si presentano fanno capire che vengono da un “luogo povero di cultura”, l’arte non andrà avanti. Bisogna educare l’artista e i fruitori a capire che l’arte non appartiene a un posto e rimane sempre confinata lì, l’arte è arte e va vista e giudicata come tale, va portata altrove per poter lanciare un preciso messaggio. Il mestiere dell’artista è un lavoro e va valorizzato e rispettato nel modo corretto.
Non ho parole per ringraziare la lezione di curatela e di arte che ci ha dato Andrès, per la passione e lo stimolo ad andare avanti, il suo:
Mi raccomando ragazzi fate la differenza!
Rimarrà sempre come benzina per riuscire a portare avanti il nostro lavoro.
E’ stato fantastico!! Grazie mille Andrès!!!