LA PERFORMANCE COME STRUMENTO EDUCATIVO – INTERVISTA A NAU VEGAR
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Immaginate una piccola città nello Stato dell’Amapà, estremo nord del Brasile, poi immaginate una scuola, dove i ragazzi durante l’ora di arte studiano la performance…ora pensate a chi, con destrezza, estrema delicatezza e pazienza insegna a questi ragazzi questo modo meraviglioso di vivere e essere educati all’arte.
Ecco!! Quello che avete appena ricostruito nelle vostre menti è una delle facce dell’artista e performer Nau Vegar.
Ogni volta che penso alla chiacchierata che abbiamo avuto e mi ritrovo a raccontare ad altri la sua storia, quello che mi viene in mente da dire sempre è “ ma quanto mi rende orgogliosa sapere che in Brasile esiste una persona così lungimirante da poter educare i ragazzi in questo modo? Quanto sono fortunati? E quanto sarà fortunato colui che potrà entrare in contatto con questi ragazzi in futuro?”
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Ma chi è Nau?
Intanto è colui che per due ore ci ha fatto tenere incollati allo schermo del pc mentre parlava. Ci ha fatto ridere ma anche ragionare ed emozionare.
Laureato in arti visive, si è specializzato in diversità di genere nel sistema educativo. Attualmente lavora come professore di arte nella rete delle scuole pubbliche dello Stato dell’Amapà.
Il suo lavoro è incentrato sulla ricerca artistica attraverso l’utilizzo del corpo, impiegando la performance come medium di restituzione della sua indagine, oltre ad approfondire il legame tra l’arte e la diversità di genere.
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La centralità del corpo
Nella performance il corpo diventa centrale, è lo strumento al quale l’artista si affida per restituire la propria ricerca.
Anche per Nau, infatti, l’utilizzo del corpo è fondamentale nello sviluppo del suo lavoro, diventando, appunto, il fulcro di ogni progetto che crea.
Un esempio interessante e di fortissimo impatto è il progetto Ficções (finzioni):
“Un corpo strano che trasgride uno spazio…che rompe le apparenze di quelli che abitualmente vivono il mercato o che sono solo di passaggio, causando una piccola apertura nel loro sguardo!”
La performance è stata realizzata davanti al mercato do Buritizal, Macapá-AP.
Qui vi ripropongo l’esercizio all’inizio di questo testo, provate solo per un minuto ad immaginare un uomo, quasi completamente nudo, legato dalla testa ai piedi, che viene lasciato davanti all’entrata del mercato della città, alla mercé di tutti.
Voi come reagireste alla scena? E’ estremamente importante provare ad intuire le sensazioni che ci possono provocare un momento del genere…perché non è scontato che ognuno di noi abbia una reazione differente. Veniamo colti all’improvviso dalla situazione ed è normale chiedersi se sia realtà o soltanto finzione.
Importante, direi fondamentale, è la percezione del luogo in cui essa viene realizzata, in questo caso l’ingresso di un mercato dove transitano tantissime persone di diversa età e genere.
In quella occasione, Nau ci disse che è riuscito quasi a fermare la città. La gente ha reagito ognuno in un modo diverso.
“ C’erano quelli che mi guardavano da lontano inermi, quelli che cercavano a tutti costi di slegarmi…c’era addirittura gente che voleva farmi del male. Mi ricordo questi due ragazzi che quando hanno visto che mi scaricavano dalla macchina legato e mezzo nudo sono corsi e hanno cercato con cura e delicatezza di slegarmi…io non dicevo nulla…li lasciavo fare! Alla fine uno di loro mi ha coperto con la sua giacca e in quel momento è arrivato un mio collega e gli ha raccontato tutta la storia. Inutile negare che prima di farsi una risata si è abbastanza arrabbiato!”
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La performance condivisa con la comunità
L’azione della performance molto spesso è un’azione condivisa. Diventa alcune volte anche un gesto teatrale studiato nei dettagli.
Altre volte, però, può trasformarsi in un momento sociale di condivisione, dove chiunque viene chiamato ad essere protagonista dell’atto performativo.
“Deixe-me ouvir teu coração” (lasciami ascoltare il tuo cuore) è un progetto delicatissimo, dove lo spettatore viene richiamato a raccontare, senza dire una parola, il lato più profondo di sé.
La scenografia è semplice, forse un già visto anche da molti, cioè due sedie una davanti all’altra, la prima ospita l’artista che è munito di un apparecchio per ascoltare i battiti cardiaci collegati a delle casse, la seconda chiunque abbia voglia di farsi ascoltare il proprio battito cardiaco.
Estremamente suggestivo è il luogo dove si svolge: un concerto di musica rock in una grande piazza.
Ad ogni pausa della band si sentiva negli amplificatori il suono del battito cardiaco della persona che in quel momento era la protagonista della performance.
“Dopo il grande rumore della musica tutti stavano in silenzio, e poi il tum tum tum del cuore. C’era chi andava in ansia e allora si sentiva quel ritmo incalzante, altri erano tranquilli e a proprio agio. Mi torna in mente quel ragazzo che aveva i battini lentissimi! Mi guarda e mi fa “missà che domani devo andare dal cardiologo!” “
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Il ruolo della performance nella scuola
Alzi la mano chi a scuola, durante l’ora di arte, ha studiato performance?
Sono sicura che se avessi qui davanti a me un pubblico non ci sarebbe nemmeno una mano alzata!
Il sistema dell’arte in Italia, principalmente nelle scuole, è davvero scarso e privo di strumenti. Quelli strumenti che l’arte contemporanea possiede intrinseca in sé, ma che forse per il bigottismo del sistema, la mancanza di tempo, i paraocchi…i TABU…non vengono inseriti nemmeno lontanamente nel programma annuale scolastico. Eppure sapete quanti problemi si potrebbero risolvere soltanto con un pochino di apertura mentale in più?
Ma per fortuna Nau vive in Brasile! Oddio…capite il paradosso?
Nau insegna performance in una scuola pubblica nello Stato dell’Amapà..no! non ho detto centro di San Paolo… ho detto AMAPA’…estremo Nord del Brasile.
E quale è l’importanza, per questi ragazzi, di avere una figura del genere all’interno del proprio collegio? Il fatto che tutte le barriere vengono affrontate e distrutte!
Questi ragazzi, spesso persone semplici, cresceranno come persone estremamente ricche e aperte mentalmente. Pronte ad affrontare di petto il mondo bigotto, razzista e pieno di tabù che hanno fuori dalla porta.
Nau insieme ai ragazzi crea azioni di performance che vengono messe in atto all’interno della scuola stessa in momenti qualunque della giornata scolastica. Coinvolgendo nel profondo gli attori principali ma anche tutti gli alunni.
“ Un’episodio che mi torna in mente è stato quando durante una lezione mi trovo costretto a lasciare l’aula per risolvere un imprevisto. Lascio i ragazzi a guardare un video dal mio pc, quando ritorno il video era finito ed era iniziato un altro, una performance di nudo. Cerco di spiegarmi ai ragazzi, ma una di loro mi ferma e mi dice “prof! Non devi darci spiegazioni…questa è performance!”
Penso che non ci sia bisogno di aggiungere altro. Soltanto un grazie davvero immenso a Nau per la persona che è e per il lavoro che svolge!