MEMORIA, PAESAGGIO, ROVINE – INTERVISTA CON HELDILENE REALE
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Quando Tomas mi disse che una delle interviste che avremo fatto per #brazilianart sarebbe stata con l’artista e curatrice Heldilene Reale, mi sono emozionata tantissimo, anche perché non mi sarei mai immaginata di poter presentare questo nostro piccolo progetto ad una persona di così tanto rilievo nel panorama artistico brasiliano. Ho passato giorni a pensare cosa poterle chiedere e se sarei stata all’altezza di parlare del suo lavoro.
Arrivato il giorno dell’intervista il suo esordio è stato: “non sono mai stata così emozionata di fare una intervista!”
Ma come? Lei emozionata di parlare con noi? Una doppia emozione per me nel sentire quelle parole e grande entusiasmo nel rendermi conto che quello che stiamo creando con questa ricerca ha un impatto importante e significativo
Ma chi è Heldilene Reale?
Curatrice indipendente di Espaço Cultural Candeeiro, in Belém do Pará, insegnante e artista, porta sovente nel suo lavoro quel legame non del tutto cucito con la propria famiglia e le proprie radici.
Figlia di un secondo matrimonio del padre non ha mai avuto l’opportunità di entrare in contatto con gli affetti della famiglia di origine paterna ed è cresciuta sempre con l’idea e la curiosità di conoscere quel passato non vissuto, tanto da impostare una continua ricerca su questa memoria mancata che rimbomba nella sua vita generando curiosità e dovere di conoscenza.
Persona studiosa e profondamente ordinata nel proprio lavoro, tende a tuffarsi totalmente nei propri progetti, ricercando a fondo i dettagli.
Laureata in arti visive, specializzata in linguaggio, comunicazione e cultura, è riuscita a entrare in contatto con la parte più profonda della sua arte soltanto durante il suo dottorato, quando ha iniziato a capire in che modo le esperienze e le tecniche che utilizzava potevano essere collegate al suo vissuto, le questioni legate alla memoria, alle rovine, ai paesaggi e ai dislocamenti.
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Il progetto “Tessituras”
Heldilene nella sua carriera ha curato tanti progetti ed ha prodotto tante opere, ma quella a cui è particolarmente legata e che come un fiume, collega tutta la sua produzione è Tessituras, progetto che racconta di lei, della sua infanzia a Faro (città natale del padre, tra Parà e Amazonas), e dove è tornata dopo tanti anni alla ricerca delle sue memorie.
La sua ricerca inizia con la consapevolezza di essere stata per una parte della sua infanzia una semplice bambina di città, per poi trasferirsi a Faro, cambiando in questo modo totalmente paesaggio e visione del mondo. Il periodo in quella cittadina non è stato semplice, e le ha lasciato tante rovine interiori che si sono riflesse nei suoi primi lavori, marchiati quasi tutti dal colore rosso.
Quando suo padre venne a mancare, già adulta, Heldilene ritrova una fotografia di sua nonna paterna, di origine italiana, che non aveva mai conosciuto, e decide, quindi, di ricostruire quella memoria sfuocata tornando a Faro, in un viaggio profondo tra il fiume che collega i percorsi per arrivarci.
Il viaggio è una performance di vita vissuta ma con lo sguardo non più di quella bambina rinchiusa in una cabina della nave, ma come una donna travestita da viaggiatrice, alla ricerca di risposte.
Lungo il tragitto incontra tante persone disposte a condividere i propri ricordi del tempo in cui anche lei con la sua famiglia hanno vissuto a Faro, riuscendo in questo modo a collegare i punti e a ricostruire la propria memoria.
Da questa esperienza, Heldilene ne trae un video racconto, esibito per la prima volta proprio per gli abitanti di Faro, nell’intento quasi di riedificare quei ricordi rimasti al buio per tanto tempo.
Il suo cercare, però, è perenne e in continua evoluzione, sono quei progetti basati sui ricordi che rimangono lì e nel tempo si costruiscono punto per punto. E chissà se l’Italia non possa diventare un altra meta da raggiungere?
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L’arte contemporanea brasiliana oggi
Quando intervisto curatori come Heldilene, oltre alla curiosità per il lavoro che svolge, chiedo sempre cosa sia l’arte contemporanea brasiliana e a che punto è questa arte in questo momento.
La risposta di Heldilene è precisa: “L’arte brasiliana è stata scritta per molto tempo in modi diversi dal popolo brasiliano stesso, e solo oggi stiamo ritrovando questa arte, anche perché la domanda fondamentale da porsi è “che cos’è l’arte brasiliana?” È un’arte creata davvero in Brasile? E’ un’arte ideata in Brasile anche dopo la colonizzazione?
Attualmente si stanno creando dei movimenti che portano alla luce non solo la parte estetica ma anche etica dell’arte, perché prima i protagonisti dell’arte erano visti soltanto come meri attori e ora, attraverso questi movimenti stiamo riscoprendo anche dentro i luoghi dell’arte (gallerie e musei) il protagonismo dell’artista in sé, che si rende polo focale della propria produzione. Attraverso questo modo di vedere l’arte, solo ora riusciamo a riscrivere l’arte contemporanea brasiliana”.
Credo che non ci sia risposta più valida di questa, forse l’arte brasiliana era vista come rinchiusa nei suoi confine perché era ancora da scoprire. Soltanto ora, attraverso i movimenti artistici che non mettono più soltanto il lato estetico ma anche etico in risalto l’arte contemporanea brasiliana si sta trasformando e ricreando per essere pronta un domani ad uscire dei propri confini.
Io ringrazio profondamente Heldilene per il tempo che ci ha dedicato, per averci fatto scoprire di fatto il suo mondo e per i ricordi che ha riacceso anche in noi.
Per conoscere un pochino di più sul suo lavoro non solo di ricerca artistica, ma anche di curatela potete visitare il suo sito